La spremuta quotidiana


Dicono nella mia regione che la necessità è la madre dell’invenzione. Se il detto è vero, significa che non inventerò niente perché mi trovo molto bene nella mia situazione. Magari se è più complicato di quello, farò nascere qualche cosa di utile ma non voglio pensare soltanto a questo.

Invece è notevole quante persone mi hanno consigliato di andare a fare due o tre anni di lavoro prima di tornare a studiare. Non ero vincolato ad andare a lavoro immediatamente dopo la laurea come tanti dei miei compagni di università perché non avevo nessun debito di pagare grazie ai miei. Adesso, darei lo stesso consiglio a ciascuno che mi chiede cosa fare dopo la laurea ma solo perché la mia esperienza è stata molto positiva.

Essere dentro dei gruppi che creano valore, che fatturano bene ed aumentano il PIL, insegna concetti che non si possono capire solo studiando. Da altre parte, è chiaro che i gruppi piccoli in cui ho lavorato non hanno l’abilità di supportare bene nuova ricerca o progetti che non sono strettamente legati al concetto iniziale dell’impresa. La necessità della sopravvivenza del gruppo spesso impone un’esitazione ed una concentrazione giustificata alla modalità di operazione assunta dei dirigenti e dipendenti.

Inoltre, visto che una gran parte dei lavoratori giovani come me nella città internazionali come Milano vengono da altre parti e che quelli che sono spesso i più efficaci siano quelli che hann una necessità di avere successo. Ovvero hanno una missione personale o un vincolo in più del normale che li portano a realizzare i loro obbiettivi che gli vengono assegnati in azienda.

Questo è brutto perché le poche persone che conosco che sono efficaci e motivate da un’esigenza personale vengono spremute o spedite lontano volentieri per una missione aziendale come un genitore di un neonato con un lavoro stagionale o una neolaureata che supporta il resto della sua famiglia.

Queste persone mi percepiscono a volta come uno di loro, per esempio quando avevo bisogno di uno sponsor per rimanere in italia, ma spesso mi vedono come uno di quelli che respira, consuma ossigeno e non produce granché.

Dunque necessità è anche la madre dei dipendenti produttivi. In sostanza quell detto originale da il significato solo a un pezzo di un meccanismo tanto più complessa.