Via
Mi sto autoconvincendo di andare via dell’Italia. Dopo un’operazione, un ritorno e tre settimane qua ho capito un paio di cose di me stesso.
Per prima cosa, il frisbee, il campionato italiano e la sfida che portano mi davano l’impegno di rispettare il mio corpo e la sua salute. Invece adesso ho un fisioterapista che me lo dice e una tendenza a consumare troppo alcol. Da un bisogno sportivo è venuta una cura da me stesso che era molto positivo.
Avendo più tempo libero, non vuole dire che faccio più cose. Immediatamente dopo l’intervento ho pensato che con tutto questo tempo ritrovato avrei imparato, scritto, o fatto qualcosa. Invece non ho tanto da mostrare e la mia predisposizione a perdere ore navigando sulla rete cresce e mi fa male.
Inoltre, la struttura del mio contesto è un fattore fondamentale nella realizzazione dei miei obiettivi e anche se ho voglia o motivazione per fare una cosa, sono attenzione e validazione da quelle persone vicino a me che importano tanto sul mio comportamento giornaliero.
È brutto dire che sento una dipendenza da avere riscontri positivi ma è assolutamente vero. Un monaco americano, una volta mi disse che bisogna aver un eremita nel cuore per essere capace di vivere da solo e con se stesso. Invece adesso mi sento più turbato che mai.
La mia piccola crisi non è unica e tante altre persone con lo loro lotte personali affrontano i loro giorni con pace, lealtà ed una tenacia di perseveranza da rispettare. Qualcuno malato o un debito da pagare, o una grande ingiustizia o addirittura la natura che fa nascere la solita storia di perseveranza. Invece nel mio caso trovo che come tanti altri ‘millennial’ americani tutto era già a posto e l’unica cosa che dovrò fare è continuare a pensare a me stesso e guarire bene.
Questo non mi basta però se voglio rimanere qui a Milano perché tutto sarebbe più facile nella mia nazione. Serve ancora un progetto o un gancio che mi tenga qua. È come se mi mancasse una presa su un parete di arrampicata, la mia posizione non è sostenibile. Siccome mi sto stancando di essere sbilanciato così, o vado avanti con qualche forza oppure torno da dove sono arrivato.