Uno scudo spaziale per i nuovi arrivati
Quando ho iniziato sentirmi confidente con il mio italiano, ho iniziato a girare di più il mio quartiere con amici dei miei amici e da solo. Per me Milano non era più la città scura e sporca che ho conosciuto come prima impressione quando sono atterrato con una borsa, uno zaino e guance rosse.
No, invece dopo otto mesi sapevo come vestirmi - tanto nero, sapevo chi erano le turiste e sapevo la differenza fra figo, fico e figa.
Era dopo il periodo di pasqua e ho imparato che anche gli italiani fanno grigliate perciò quando un nuovo amico di poche sere prima mi ha invitato ad una casa degli studenti del Politecnico, c’ero.
Mi pare che io sia andato a casa sua per aiutarlo a prepare un couscous e da lì siamo partiti. Anche se il palazzo in cui siamo entrati sembrava occupato, mostrava l’effetto che solo anni di affitto a studenti si può produrre. Inoltre gli studenti sembravano tutti avere trent’anni.
Insomma sapevo immediatamente che sarebbe stata una buona festa, se io non avessi mangiato la space cake.
Dopo avere bevuto un mezzo litro di vino distribuito da una di quelle bottiglie di plastica di cinque litri, e mangiato due salsicce, due fette dalla teglia non sembrava niente di grave. In vita mia ho fumato e provato qualche sostanza. Capisco l’effetto che la marijuana ha sul mio corpo ma non ero preparato per questa onda.
Mentre guardavo la distribuzione delicata del vino da una distanza di sicurezza, ho iniziato a sentire rumori strani. Facendo un passo indietro mi sono posato sul piano della cucina. Anche se confuso da questo suono tanto familiare, era chiaro a me che la space cake mi aveva affondato completamente.
Volevo dire al mio amico che stavo per andare via ma non trovavo più le parole in italiano e poi quel rumore tanto familiare ma non riconoscibile era le voci degli altri ospiti che parlavano una lingua che non capivo più.
La seconda onda conteneva paranoia ed una punta di panico. Invece di voler andarsene, dovevo. In quel momento tutte le persone che avevo davanti volevano il contenuto delle mie tasche oppure i miei preziosi organi americani.
Basta dire che non ho salutato nemmeno l’ospite per il cibo consumato.
Fuori del palazzo mi sono reso conto che non hanno ancora rubato la mia bici ma anche che dovevo aspettare cinque minuti per vedere se il campo fosse libero. Nessuno malintenzionato mi seguiva dalla festa ma comunque ritornavo a casa in fretta come se ci fosse stato.
Alla soglia della camera del mio coinquilino con occhi spalancati ho provato a spiegare quanto buona era quella torta però non potevo perché credevo che la voce femminile che emanava della stanza al fianco mio, la voce della cugina dell’altro coinquilino, era una poliziotta che stava indagando la mia scomparsa recente.
Infine, il mio buon coinquilino mi ha convinto a fare un a doccia ed andare a letto, ma solo dopo che la poliziotta è andata via.
Ci sono parecchi lezioni da imparare da una sventura del genere ma non fornirò un elenco. In questo caso sottovalutando la potenza della cucina italiana e una specie di torta mi ha rovinato una serata ma adesso che sono immunizzato, almeno mi fa ridere ogni volta qualcuno dice space cake con un accento italiano.